BILANCIO ANNUALE 2012 - page 44

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| bilancio annuale 2012 prysmian group
ANDAMENTO DEI MERCATI FINANZIARI
Il titolo Prysmian ha aumentato il proprio valore del 56% nel 2012, un risultato
significativamente superiore rispetto ai competitor e agli indici di riferimento.
Prysmian S.p.A. è quotata alla Borsa Italiana dal 3 maggio
2007 e, da settembre 2007, è inserita nell’indice FTSE MIB,
che include le prime 40 società italiane per capitalizzazione
e liquidità del titolo. In seguito, il titolo Prysmian è entrato a
far parte anche dei principali indici mondiali e settoriali, tra
cui l’indice Morgan Stanley Capital International Index e il
Dow Jones Stoxx 600, che comprendono le maggiori società
mondiali per capitalizzazione.
Nel corso del 2012 l’economia mondiale ha proseguito
nel trend di rallentamento già in atto dalla seconda metà
del 2011, a seguito delle crescenti preoccupazioni sulla
sostenibilità dei livelli di indebitamento dei Paesi dell’area
Euro e degli Stati Uniti. Ciò ha comportato un graduale
deterioramento nella fiducia dei consumatori e delle imprese
con conseguente riduzione delle produzioni industriali e
degli investimenti a livello internazionale. Nel complesso la
domanda globale nel corso del 2012 ha registrato comunque
un lieve incremento grazie alla crescita significativa
conseguita dai Paesi emergenti ed in particolare dai mercati
asiatici. Negli Stati Uniti, le azioni di stimolo intraprese
dal Governo hanno consentito di mantenere un trend di
ripresa della domanda e hanno portato a una progressiva
diminuzione del tasso di disoccupazione. In Europa, infine,
il trend di congiuntura negativo è stato ulteriormente
penalizzato dall’avvio delle misure per il contenimento del
debito pubblico, adottate nel corso dell’anno dai diversi Paesi
dell’area Euro, con conseguente incremento della pressione
fiscale. Ciò ha comportato un forte rallentamento dell’attività
economica, cominciato dapprima nei Paesi con maggiori livelli
di indebitamento come Grecia, Spagna, Italia e Portogallo ed
estesosi in seguito anche ai Paesi del centro e nord Europa
(Francia, Regno Unito, Paesi Bassi, Germania). Tra i Paesi del
vecchio continente che hanno registrato tassi di crescita più
significativi sono da evidenziare Norvegia, Polonia e Paesi
Baltici.
A fronte, quindi, di una congiuntura economica in graduale
peggioramento nel corso dell’anno, i principali mercati azionari
mondiali sono risultati in generale positivi principalmente
grazie alle misure di sostegno al sistema bancario intraprese
dalle banche centrali, che hanno garantito ampia liquidità a
tassi molto contenuti; ciò ha consentito inoltre di limitare
fortemente le speculazioni in atto sulla sostenibilità del
debito in alcuni Paesi dell’area Euro. Gli indici americani
sono riusciti a chiudere l’anno con segno positivo, con rialzi
compresi tra il 7% e il 16%; anche le borse europee hanno
fatto segnare complessivamente una performance positiva:
in particolare, la borsa tedesca è risultata in progresso del
29%, quella francese del 15%, quella italiana dell’8% e quella
inglese del 6%, mentre l’indice spagnolo è risultato in calo
del 5%. Infine, anche le piazze asiatiche ed emergenti hanno
registrato trend di crescita, con rialzi compresi tra il 7%
(Brasile) e il 31% (India).
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