Sete di investimenti

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Sete di investimenti

L’Africa continua a restare indietro rispetto alle altre aree in via di sviluppo del pianeta in termini di generazione e distribuzione di elettricità, e solo l’intervento di ingenti capitali può aiutare a superare il ritardo.

$600 miliardi è la stima degli investimenti necessari in infrastrutture di qui al 2030

Si stima che l’Africa abbia bisogno di $600 miliardi di investimenti in infrastrutture di qui al 2030, soprattutto per la produzione di energia elettrica. Ma molti progetti si scontrano con opposizioni locali a causa dell’impatto ambientale e della necessità di dislocare insediamenti umani, mentre gli investitori temono che i leader politici locali non siano in grado di onorare gli impegni presi e i termini concordati per l’esecuzione dei progetti.

Elizabeth L. Littlefield, ex presidente e CEO di Overseas Private Investment Corp, l’agenzia Americana per il finanziamento dello sviluppo, ha osservato che si tratta di accordi molto difficili da gestire, che richiedono spesso tempi lunghissimi.

Spesso l’interesse a investire emerge quando un progetto è già partito, ma questo induce in tentazione i paesi e le organizzazioni interessate, che provano a rinegoziare in termini più onerosi gli accordi già presi con gli sviluppatori iniziali. Molti osservatori vedono in questo la sfida più importante che si presenta a governi e sviluppatori di infrastrutture elettriche in Africa.

Entrambe le parti hanno molta strada da fare per migliorare il processo, ma ci sono eccezioni. Come quella del Kenya, che può contare sulla separazione tra le imprese di generazione, distribuzione e trasmissione, ciascuna con i propri incentivi finanziari, la propria conoscenza del mercato e la propria capacità di decidere investimenti. Anche il Sud Africa, con il provider pubblico di elettricità Eskom, opera nello stesso modo.

Ma la regola generale resta quella secondo cui in Africa industrie e governi tendono a sussidiare l’elettricità – il che rende tutto molto diverso rispetto ai paesi sviluppati. E questo è un problema per gli investitori. L’insufficienza degli investimenti costituisce così la principale ragione per cui l’Africa continua a restare indietro rispetto agli altri continenti in via di sviluppo. Con una capacità installata che resta sotto i 100 GW pro-capite, i consumi elettrici viaggiano in media tra 40 e 45 KWh al mese, contro oltre 100 KWh/mese in America Latina e Asia del Sud.

Inoltre, l’accesso delle famiglie alla rete elettrica nell’Africa Sud Sahariana viene stimata dalla World Bank al 35.3%, ben lontana dal 78% in Asia del Sud, dal 96% in Medio Oriente e dal 94% in Sud America.Medio Oriente e dal 94% in Sud America.

Secondo l’International Energy Agency, sono ben 15 i paesi africani su 20 in fondo alla classifica mondiale dei consumi elettrici pro-capite, mentre 13 su 20 non hanno adeguate forniture elettriche . Poi c’è la disparità tra aree urbane e rurali, con oltre due terzi di chi vive in città che gode di accesso all’elettricità contro solo il 15% della popolazione nelle aree rurali, sempre secondo i dati della World Bank e della IEA.