Prysmian Group all’ FTTH Council: intervista con E. Aker
E. Aker, Presidente del FTTH Council Europe, spiega opportunità e sfide derivanti della tecnologia FTTH in Europa
E. Aker, Presidente del FTTH Council Europe, spiega opportunità e sfide derivanti della tecnologia FTTH in Europa
Edgar Aker, Direttore di Marketing & Business Development Netherlands di Prysmian Group e Presidente del FTTH Council Europe, parla dell’imminente Conferenza annuale del FTTH Council dal titolo Calling for a Brighter Future, un confronto tra esponenti del mondo della politica, autorità di regolamentazione, operatori e utenti finali sulle soluzioni per le infrastrutture in fibra nei prossimi anni. La conferenza di due giorni si terrà in Lussemburgo il 17 e 18 febbraio 2016 e vedrà la partecipazione di Prysmian Group in qualità di Gold Sponsor. Nell’intervista Edgar Aker illustra inoltre il proprio punto di vista sulle opportunità e sulle sfide derivanti dall'installazione della tecnologia FTTH in Europa.
Qual è la situazione della domanda globale di fibra?
La domanda globale di cavi in fibra ottica è cresciuta in maniera vertiginosa, con pochi segnali che facciano presagire un rallentamento a breve. La penetrazione della FTTH nell’area Asia-Pacifico, ad esempio, ha superato quest’anno quota 100 milioni di abbonati, ovvero almeno 100 milioni di persone hanno accesso a una connessione ad alta velocità in fibra. In America del Nord e in America Latina si stanno realizzando vaste reti FTTH. Mentre Stati Uniti lo sviluppo della fibra è stato trainato dalle grandi aziende di telecomunicazioni, anche in America Latina e in Medio Oriente si stanno implementando piani di roll-out della fibra a livello nazionale. Anche il trend europeo è in crescita, con un incremento del 50% e 14,5 milioni di abbonati in fibra nel 2014: un livello positivo. La complessità che caratterizza l’Europa resta una fonte di preoccupazione e in alcuni casi frena lo sviluppo della fibra su vasta scala.
Qual è il compito principale del FTTH Council Europe?
Alla luce delle complessità dell’Europa il FTTH Council Europe è attivamente impegnato a orientare le attività delle autorità di regolamentazione e degli esponenti politici. In ambito comunitario intratteniamo dibattiti con i vertici della Commissione Europea e del Parlamento Europeo. Siamo stati anche riconosciuti come soggetto in grado di rappresentare il settore europeo delle telecomunicazioni e fornire una visione chiara di quale dovrebbe essere l'approccio istituzionale da adottare. Un compito davvero arduo in Europa. Non si tratta infatti di un solo paese, quanto piuttosto di almeno 28 paesi membri, con al centro una Commissione che emette normative e talvolta direttive. Se le direttive e i regolamenti della Commissione possono offrire un orientamento, sta ai singoli Stati membri definirne le modalità di implementazione. La considero un'opportunità, ma al contempo anche una sfida. L’opportunità si crea se gli Stati membri si dimostrano proattivi e agiscono direttamente ancor prima che venga loro imposto, utilizzando le direttive e i regolamenti della Commissione come stimolo ad agire a livello nazionale.
Chi si distingue quanto a best practice in Europa?
I paesi dell’Europa del nord, ad esempio, stanno agendo con molta rapidità, al punto tale che oggi Svezia, Norvegia e Danimarca figurano rispettivamente al secondo, sesto e decimo posto in Europa in termini di penetrazione della tecnologia FTTH/FTTB, e nono, tredicesimo e diciassettesimo a livello globale. In ogni caso, per quanto il ruolo del governo sia importante per raggiungere tassi più elevati di penetrazione della FTTH/B, una parte della sfida è anche di natura tecnica.
E gli altri paesi europei?
L’Europa conta 28 stati membri, ognuno con dinamiche di mercato distinte. Alcuni paesi presentano infrastrutture di telecomunicazione molto buone e talvolta adatte alle applicazioni FTTH, mentre altri paesi ne sono sprovvisti e non hanno reti preesistenti in rame. Molti paesi dell’Europa nordorientale e orientale hanno colto quest'occasione per compiere un salto tecnologico e implementare ampie reti con tecnologia FTTH/B. Di conseguenza paesi quali Lituania, Lettonia, Romania, Bulgaria e Slovenia occupano rispettivamente il primo, terzo, quinto, ottavo e nono posto nella classifica del FTTH Council Europe relativa ai paesi europei con la più alta percentuale di abbonati alla tecnologia FTTH/B rispetto al numero totale di famiglie.
Alcuni paesi non dispongono di alcun piano nazionale a lungo termine relativamente alla banda larga. Cosa pensa a riguardo?
Sulla base del quadro normativo della Commissione Europea, i paesi dovrebbero avere un piano nazionale per la banda larga. È evidente che è abbastanza semplice preparare un piano quando il bisogno è evidente. Nei paesi dell’Europa occidentale è comunque più complesso a causa delle reti preesistenti: questi paesi non vedono la necessità di accrescere la penetrazione della tecnologia FTTH nella stessa misura in cui questa esigenza è avvertita in Scandinavia o in Europa orientale. Il ragionamento che applicano è “Perché dovremmo avere bisogno di più di 30Mbit/s quando già soddisfiamo i requisiti minimi fissati dalla Commissione europea?” Il dubbio che però solleva il FTTH Council Europe è se le reti attualmente presenti siano “a prova di futuro”. In che modo l’utente finale riceve la connessione che merita? Non ci dovrebbero essere distinzioni tra utenti che vivono in aree rurali o, ad esempio, nel centro di Londra. Non bisognerebbe tanto focalizzarsi su ciò serve agli operatori, ma piuttosto sul futuro che si prospetta per il consumatore finale. Il FTTH Council Europe ritiene che due grosse economie, ossia Germania e Regno Unito, dovranno iniziare a installare la fibra per essere in grado di portare tutto il continente europeo allo stesso livello dell'Asia.
In che modo quindi un’organizzazione come il FTTH Council Europe aiuta paesi quali Regno Unito e Germania a progredire in tal senso?
Dal punto di vista del FTTH Council Europe è evidente che le risorse pubbliche debbano essere investite soltanto in soluzioni a prova di futuro. Il principio della neutralità tecnologica perseguito dalla Commissione europea può fare emergere idee sbagliate e porre obiettivi poco ambiziosi che si adattino a tutte le tecnologie. Le autorità pubbliche dovrebbero fissare obiettivi chiari relativamente non soltanto alle velocità di download, ma anche alle velocità di upload, alla solidità e alla qualità del servizio, alla bassa latenza, e così via: tutti requisiti necessari per i servizi interattivi del futuro. Il FTTH Council Europe si propone di aiutare gli Stati membri indicando loro la giusta direzione attraverso un dibattito attivo, ponendosi come catalizzatore. Non possiamo stare a guardare: talvolta è necessario prendere in mano le redini.
Qual è sulla carta il prossimo grande progetto che avrà un notevole sviluppo in futuro?
Questo argomento mi fa sempre sorridere. La gente mi chiede quale sia l’applicazione vincente della tecnologia FTTH, che esiste ma non in un’unica app! Ad oggi l'idea più brillante per la FTTH è rappresentata dai “Big Data” e da una Smart City o Smart Region totalmente connessa. In una Smart City tutto deve essere connesso (attraverso l’IoT, o internet delle cose, con un buon livello di open data e interconnessione tra macchine, le cosiddette soluzioni Machine2Machine o M2M), per consentire agli abitanti di disporre delle informazioni necessarie a condurre la propria vita quotidiana in maniera efficiente e sicura. Oggi il driver della FTTH è il video, nel prossimo futuro sarà l’M2M o l’IoT. Ecco cosa porterà il futuro e tutto questo significherà più fibra. Il futuro è senza dubbio nella fibra.